Taranto, la storia oltre il cinema. Palazzina Laf

La Biblioteca Civica Pietro Acclavio lunedì 14 ottobre ospita l’iniziativa “Taranto, la storia oltre il cinema. Palazzina Laf”.

Ventisei anni fa, il 7 novembre 1998, la magistratura sequestrò la Palazzina Laf, l’edificio della fabbrica in cui i dirigenti del centro siderurgico Ilva confinavano i lavoratori contrari al demansionamento. Fu il primo clamoroso caso di mobbing in Italia, un esempio emblematico di persecuzione sul luogo di lavoro che portò nel 2001 alla condanna, poi confermata nei due successivi gradi di giudizio, di undici persone: dirigenti, capi e il proprietario dell’Ilva, Emilio Riva.

La vicenda, che ha ispirato il film del regista tarantino Michele Riondino, verrà raccontata da alcuni dei protagonisi (reali) lunedì 14 ottobre nell ‘agorà della Biblioteca Civica Acclavio di Taranto. Taranto, la storia oltre il cinema. L’incontro ha l’obiettivo di andare alle origini della storia, ricostruendola grazie alle tesimonianze di coloro che la vissero.

L’incontro è aperto a tu ma è nato avendo come pubblico ideale i giovani e gli studenti e le studentesse. Ci auguriamo possa essere un “esercizio” di educazione civica.

Sarà presente Alessio Coccioli, il magistrato che all’epoca condusse l’inchiesta giudiziaria con il procuratore aggiunto Franco Sebastio, scomparso a gennaio dell’anno scorso. Coccioli è a0ualmente procuratore a Matera. Con lui ci saranno due ex lavoratori confina8 nella Laf, Claudio Virtù e Giuseppe Palma, i quali racconteranno la loro storia e le difficoltà lavorative e umane vissute. Virtù ha scritto nel 2001 il libro “Palazzina Laf. La violenza del padrone”, ripubblicato recentemente. A questo libro il regista Riondino ha attinto per il suo film.

Sarà presente all’incontro Carlo Vulpio, inviato del Corriere della Sera, che nel 2009 dedicò il libro “La ci0à delle nuvole” a Taranto, al suo dramma ambientale e umano. Della palazzina Laf scrisse: “Dimostra che come non c’è mai limite all’inquinamento dell’aria, dell’acqua, della terra, così non c’è limite all’inquinamento delle coscienze e allo scempio della mente delle persone”. Lunedì 14 ci sarà anche la testimonianza di Marisa Lieto, la psichiatra che seguì i lavoratori e denunciò pubblicamente la condizione dei lavoratori confinati.

Sergio Tersigni leggerà alcuni brani lega8 alla vicenda, ricordando Franco Sebastio, il procuratore della Repubblica che visse con partecipazione e amarezza la vicenda, riversandola in una appassionata requisitoria.

L’incontro sarà coordinato dal giornalista Tonio Attino, che lo ha promosso
insieme a Vincenzo Di Renna, docente del liceo artistico Calò.

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